lunedì 19 maggio 2008

COMUNICATO STAMPA

Oggetto: interpellanza di Rifondazione Comunista sulla questione Fassa Bortolo.

Vorrei partire da un articolo uscito alcuni giorni fa su un noto quotidiano locale, basato sulla lettera di un cittadino di Magione riguardo alla questione Fassa Bortolo.
Come spesso accade il pragmatismo dei cittadini centra il nodo fondamentale della questione.
Sui due piatti della bilancia si trovano due opzioni che non si equilibrano.
Da una parte la costruzione dell’insediamento è destinata a portare sul territorio due torri di 20 metri di lato e 60 di altezza la prima, 20 metri di lato e 40 di altezza la seconda, di gran lunga più grandi di qualsiasi edificio della zona, con un impatto paesaggistico devastante.
La costruzione dell’industria, che rientra nella categoria delle industrie insalubri, nelle immediate vicinanze del centro abitato. L’aumento, con relativo inquinamento, anche acustico, del traffico camionabile sulla direttrice Pierantonio – Mantignana.
L’aumento dell’escavazione, di certo nella cava di Monticchio (ma non è difficile immaginare la ripresa dei lavori anche in altre località) con la sensibile modifica dell’assetto paesaggistico della collina in cui è situata la cava e di quella attigua e l’abbattimento di una considerevole porzione di bosco.
La chiusura, non essendo le immediate vicinanze di una cava e di un insediamento industriale di queste dimensioni appetibile, di vari piccoli agriturismo e di alcune aziende agricole biologiche già presenti sul territorio. La non realizzazione di altre già in avanzata fase di avviamento. Queste già danno lavoro a un discreto numero di persone.
Un’escavazione così estesa non potrà non avere ricadute anche sull’assetto idrogeologico della zona.
Sull’altro piatto della bilancia, la promessa di qualche decina di posti di lavoro, promessa tutta da verificare e in ogni caso in quantità probabilmente inferiore a quelli persi negli altri due settori.
Non ci sembra un bilancio positivo.
Per questa ragione pensiamo che l’insediamento Fassa Bortolo in Umbria non sia augurabile ed abbiamo presentato una interopellanza alla Sindaco di Corciano, chiedendo delucidazioni in merito alle intenzioni dell’amministrazione rispetto al pronunciamento del TAR dell’Umbria, depositato il 28 marzo 2008, essendo ormai prossima la scadenza dei termini per presentare ricorso al Consiglio di Stato.
Ricorso che riteniamo necessario anche per fugare una volta per tutte la possibilità che Fassa Bortolo torni a richiedere i danni in seguito al rifiuto da parte dell’amministrazione di autorizzare lo stabilimento.
Invece di finanziare il restauro di monumenti nei centri cittadini, così da lavarsi l’immagine, Fassa Bortolo si limiti a non arrecare danno direttamente o indirettamente al Castello della Pieve del Vescovo, all’abitato di Mantignana, alla Villa del Colle del Cardinale (tanto per fare un elenco certamente non completo).

Giuseppe Felici
Segretario del Partito della Rifondazione Comunista di Corciano

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