domenica 20 aprile 2008

Stimo Bertinotti ma è devastante

La Stampa -->18 Aprile 2008

Il titolo è demenziale come del resto si evince dal testo dell’articolo.

«Spero proprio che i toni non vengano caricaturizzati, siamo dentro una sconfitta e oggi io la penso diversamente da lui, ma la mia stima per Fausto Bertinotti è integra, è una persona che ha speso tutta la sua vita nel movimento operaio…». Non si trattasse di Paolo Ferrero, ministro uscente della Solidarietà sociale, la frase potrebbe sembrare perfino sarcastica. Ferrero ha chiesto la convocazione del Comitato politico di Rifondazione, spinto il segretario Giordano a dimissioni preventive, e sta affilando le armi per il congresso di luglio.
Ferrero, sta preparando la corsa verso la segreteria? «E’ una domanda alla quale non rispondo. La riduzione della politica a questo è cosa che impedisce la politica stessa».
Allora perché ha chiesto la convocazione del comitato politico?«Perché avrei considerato demente e sarei rimasto esterrefatto se dopo una sconfitta di questa portata non lo si fosse convocato. Come invece avrebbero voluto Bertinotti e Giordano. Era la prima cosa che doveva venire in mente ad un dirigente. Era la cosa da fare anche se la Sinistra Arcobaleno avesse preso il 12%, magari con lo spumante. Dopo un terremoto, una comunità si ritrova, e cerca di capire dove può andare. Altrimenti c’è solo la disgregazione. Ho chiesto il Comitato politico perché sia chiaro alla gente con quale linea, in questi mesi, Rifondazione si spende, in vista del congresso».
Però tutti sanno che c’è uno scontro: i bertinottiani puntano alla costruzione di una Rifondazione allargata, e lei e Giovanni Russo Spena pensate anzitutto a una ricostruzione del partito. «Non è così. C’è l’ipotesi di costruzione di un soggetto nuovo della sinistra, che preveda lo scioglimento dei partiti e quindi anche del Prc, e che è stata avanzata in maniera molto chiara da Fausto. E c’è l’ipotesi della costituente dei comunisti, cara a Diliberto. Io ritengo queste due opzioni devastanti. Spaccherebbero la sinistra tra chi si dice comunista e chi no, e non si capisce che rapporto vogliano avere con il Pd. Sono per una federazione della sinistra, senza sciogliere i partiti ma valorizzando quello c’è, a cominciare dal Prc.
Pensa anche lei che sia tutta colpa di Veltroni se la sinistra resta fuori dal Parlamento, come titola «Liberazione»?«No. Noi abbiamo pagato l’inefficacia nostra, della nostra azione di governo».
Lei però non era favorevole a far cadere il governo.«Al governo, io sono sempre stato accusato di litigare troppo, non troppo poco, proprio La Stampa titolava “Un ministro rompiballe”… Quello che è mancato drammaticamente è stato il sindacato, che ha detto no quando potevamo migliorare l’accordo di luglio, avendo già un accordo con il Pd. Lì il governo è fallito, e noi abbiamo pagato il prezzo maggiore. Poi l’operazione di Veltroni ha indebolito Prodi e regalato il Paese a Berlusconi distruggendo la sinistra».
Però i flussi elettorali raccontano che il vostro elettorato ha votato Lega. Con argomenti leghisti, a Viareggio il Prc ha preso il 12,8 per cento.«Noi abbiamo scontato il non voto, che ci dice “siete tutti uguali”, il voto verso il Pd vissuto come utile contro Berlusconi, e il voto proletario di protesta, quelli che han preferito la Lega, che difende gli ultimi contro i penultimi, come se la condizione di sfruttamento non trovasse più una risposta nella lotta di classe. E’ su di loro che lavoreremo soprattutto nei prossimi mesi, quando si vedrà come userà l’extragettito il governo Berlusconi».

1 commento:

felix ha detto...

Ciao Giuseppe, cosa ne pensi dell'assemblea di ieri e dell'intervento di Ginsborg?

Ciao Enrico