lunedì 22 settembre 2008

Il Social Forum europeo sbarca nella Malmö postindustriale e di sinistra (e guarda al sindacato)

Checchino Antonini
Malmö (Svezia) - nostro inviato
Dalla Central stationen al Folkets Park, dove al tramonto viene inaugurato il Social forum europeo, non ci sono molti segni sui muri di quello che sta per accadere. Ma c'è un cammino costante di ragazzi con zaino e sacco a pelo e mappa della città dispiegata. Hanno addosso t-shirts inequivocabili e kefieh. A seguirli se ne scoprono provenienza e passioni.
A sei anni dal primo, che ospitò Firenze, il Social forum si rimaterializza tornando a Nord dopo l'esperienza ad Atene. E sette anni dopo il controvertice di Göteborg, poco prima di Genova, quando la polizia sparò ad altezza d'uomo mandando in coma un ventenne. Quell'agente, come i suoi colleghi del G8, l'avrebbe fatta franca ma ogni svedese, grazie a una vera commissione parlamentare sa che a causare gli incidenti fu proprio chi li avrebbe dovuti prevenire. Da allora è cambiata la tattica, la polizia svedese, pare, dialoghi di più e usi meno cavalli, cani e tute da robocop.
Il parco, appena fuori dal centro storico della città più meridionale della Svezia, sente risuonare musica pop e saluti in tutte le lingue, fino alla promessa di Catelene Passchier, segretaria della Ces, la "Cgil europea": «Il sindacato non permetterà che vengano cancellati i diritti dei lavoratori». Ce l'ha con la sentenza Laval (la ditta lettone che voleva praticare in Svezia il contratto del proprio paese a scapito delle leggi di Stoccolma: la corte europea le ha dato ragione) e certe direttive europee su orari e lavoro migrante. Questioni di cui si sentirà parlare molto nei 200 eventi del Fse. E magari, quello che sembrava un forum di attivisti venuti dall'Est e dal Nord, potrebbe rivelarsi come quello del ritorno del sindacato. Questo mi spiega la "veterana" italiana, Raffaella Bolini dell'Arci, lo stesso si augura Petter Larsson: «Che i nostri sindacati riescano a mettersi in rete con i partner europei. E che il movimento scandinavo ritrovi forza e visibilità».
Al quarto piano di un palazzo d'uffici nella Bergsgatan, Larsson, quarantanni, si dá da fare per mandare avanti il press center del Fse di cui è portavoce. Vive qui da dieci anni, scrive da free lance nelle pagine culturali di un grosso tabloid. Non è attivista ma suo fratello è deputato del partito della sinistra (Vänsterpartiet, socio della Sinistra europea). Petter, da 20 anni, è vicino al movimento ma l'ha seguito scrivendone con un certo distacco da Firenze, Parigi, Londra, Mumbai, Porto Alegre, Nairobi. Ora non poteva restare a guardare. E come lui piú di mille tra volontari e traduttori del Nordic organizing comittee, il Noc (139 organizzazioni tra cui, più visibili, Attac, il sindacato trasporti e gli Amici della terra).
Malmö, terza città della Svezia, ha 270mila abitanti. Qui governa salda la coalizione di verdi, sinistra e socialdemocratici malgrado la debacle di Stoccolma. Era una vera città proletaria, ricorda Petter, ma già dagli anni 70, l'industria navale ha delocalizzato in Corea. Dagli anni 90 il ponte con la Danimarca - in mezz'ora sei al centro di Copenhaghen - poi l'arrivo dell'università, sembrano aver riattivato una città in crisi. Simbolo del passaggio al post-industriale, i 190 metri della la torre Torso, la più alta della Svezia, costosissima opera di Calatrava dove vivono i ricchissimi occupando il quartiere che era dei cantieri navali. Racconta ancora Peter che d'estate lì sotto c'è una spiaggia pubblica che viene invasa da bagnanti che vengono dalla periferia. Gli stessi giovani svedesi che, grazie al ponte, vanno a lavorare in Danimarca creando problemi al sindacato di quel paese perché chiedono meno dei coetanei danesi. La popolazione, ammette Larsson, non ne sa molto del Fse, «se ne accorgeranno con i media e la manifestazione di sabato pomeriggio». Decisivo, invece, il ruolo del comune per vincere la concorrenza di Copenaghen: ha dato 2 milioni e mezzo di corone (370mila euro circa). Finora i gruppi di attivisti si incontrano nei caffè gestiti dai loro compagni, non esiste nulla di simile a un centro sociale. Più vivace di quella politica, grazie all'ateneo e al welfare, la scena culturale che si arricchisce nei giorni del forum di 400 tra concerti, dibattiti, proiezioni, performances. Malmö parla già 100 lingue col suo 15% di cittadini migranti di 170 etnie che urtano la sensibilità di un partito populista in forte ascesa.
Buona la partecipazione italiana con delegazioni visibili di Arci, Cgil, Cobas, Sdl, Rifondazione, ecc... Oggi, tra l'altro, è previsto l'arrivo del segretario Prc, Paolo Ferrero. «Domenica - annuncia Piero Bernocchi - dall'assemblea dei movimenti sociali dovrebbero partire proposte per mobilitazioni in occasione del sessantesimo della Nato, del G8 alla Maddalena, del summit sul clima previsto a Copenaghen». Vittorio Agnoletto, eurodeputato Prc, chiede che parta anche una campagna contro le direttive Ue su orari e lavoro migrante. L'ex portavoce del Gsf si aspetta che questo forum «faccia il salto: che modifichi la sua struttura e sia in grado di organizzare campagne e sceglierne le priorità».

18/09/2008 liberazione

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