venerdì 26 settembre 2008

L'autopsia rivela diverse ferite sul corpo

«Siamo tutti Abba»
Corteo a Milano in ricordo di Abdoul

È la Milano che reagisce, che non ci sta a veder morire ammazzato un ragazzo di 19 anni. Una Milano che non ha nessuna intenzione di nascondersi dietro il "litigio per futili motivi" e che vuol scoperchiare il pentolone razzista che ribolle tra le pieghe nascoste delle metropoli del belPaese.
Ed è per questo che ieri, centinaia di ragazzi, per lo più studenti, hanno sfilato per le vie del capoluogo lombardo. Una manifestazione nata per ricordare Abdoul Guiebrè, il ragazzo ucciso a sprangate la notte del 14 settembre scorso. «Siamo tutti Abba», c'era scritto su uno degli striscioni che aprivano il corteo. E ancora: «Contro razzismo e paure e pacchetti sicurezza, fermiamo le politiche dell'ignoranza».
Il corteo, al quale hanno partecipato anche la sorella e gli amici del ragazzo e che è stato organizzato dal Coordinamento dei Collettivi Studenteschi, è partito alle 9.30 da largo Cairoli, dove alcuni writer hanno lasciato sulla strada una lunga scritta che recita «Abba vive». Cantando in coro «Abba è uno di noi», il corteo si è poi diretto verso via Zuretti, nei pressi della stazione, dove è avvenuto l'omicidio. Molti indossavano magliette con la foto di Abba e la scritta «Addio fratello».
A quel punto, una volta arrivati nei pressi del bar Shining, proprietà dei due indagati per l'omicidio, una secchiata di vernice bianca ha inondato la saracinesca. Immediato l'intervento dei Carabinieri che, in tenuta antisommossa, si sono piazzati davanti al bar. Tutto inutile, il corteo è rimasto composto ad osservare il minuto di silenzio in ricordo di Abdoul. Poi, il fratello e la sorella del ragazzo ucciso, hanno ringraziato i ragazzi rinnovando l'appuntamento alla manifestazione prevista per sabato alle 14.30, con partenza da Porta Venezia.
I familiari e gli amici di Abdoul, intanto, hanno lanciato un appello «affinché le persone che hanno visto, che dalle finestre hanno scattato fotografie col cellulare o girato dei filmati, parlino e aiutino le indagini». Nell'istituto di Medicina Legale di Milano si è svolta l'autopsia sul corpo di Abdul Guiebre. Per il suo omicidio sono in carcere due baristi: davanti al Pm e al Gip, Fausto e Daniele Cristofoli (51 e 31 anni), padre e figlio, si sono difesi sostenendo che Guiebre è stato raggiunto da un solo colpo di spranga alla testa, nel tentativo di Daniele di difendere il padre Fausto.
Secondo i patologi il ragazzo sarebbe morto a causa di un colpo alla testa, ma ci sarebbero anche altre ferite sul corpo. Nessun dubbio che il colpo sferrato con la spranga, che teneva aperto il portellone del chiosco-bar dei Cristofoli, sia stato fatale. Resta, però, da stabilire il numero e l'entità dei colpi subiti dalla vittima. Saranno necessari ulteriori accertamenti, disposti probabilmente con una perizia collegiale, a stabilire se sono stati vibrati più colpi con la spranga e con il bastone metallico, le armi sequestrate dalla polizia in via Zuretti, luogo dell'omicidio.
Per quanto riguarda le reazioni al corteo della mattinata merita menzione quella del capodelegazione della Lega Nord in giunta regionale lombarda, Davide Boni: «I disordini avvenuti durante il corteo organizzato dagli studenti sono l'esempio lampante di come l'odio fomentato dall'estrema sinistra contro un movimento politico e contro degli onesti amministratori, possa influenzare negativamente la parte più giovane della nostra società. Scendere in piazza, strumentalizzando un tragico fatto di cronaca e paventando un allarme "razzismo" inesistente, è solo un metodo per alimentare una tensione sociale d'altri tempi». «Non è tirando bottiglie e barattoli di vernice - ha aggiunto Boni - che si commemora un ragazzo diciannovenne ucciso».

19/09/2008 liberazione

Nessun commento: