domenica 30 marzo 2008

L'«anti Calearo» tra piazza e fabbrica

Ferrero
il manifesto 27.03.2008
E. Mil.
Padova

Al mercato di piazza Erbe, è pronto a dialogare con tutti (compresi i leghisti e la sguaiata «contestazione» di Clara, fan di Veltroni). Poi firma il «patto» con l'Arcigay insieme ad Alessandro Zan, per sposare nel nuovo parlamento la linea Zapatero sul riconoscimento totale dei diritti: dal matrimonio fino all'adozione. Infine si presenta davanti ai cancelli della Dab di Mestrino con gli operai. Con i volantini da distribuire, come faceva da giovane tuta blu ai cancelli della Fiat.
Paolo Ferrero, ministro del Prc e capolista della Sinistra Arcobaleno in Veneto 1, fa davvero campagna elettorale con uno spirito immutato. Domani mattina torna a volantinare davanti alle fabbriche dell'Alta padovana, dove il lavoro miete vittime e le tute blu hanno spesso la faccia dei migranti. Ma Ferrero non esita a sfidare il sindaco leghista delle ordinanze anti-immigrati Massimo Bitonci: in piazza Pierobon, il salotto buono di Cittadella (da un quarto di secolo feudo del Carroccio), terrà un comizio proprio in bocca al leòn. In serata, incontro-dibattito con Luciano Gallo, segretario regionale della Fiom, dedicato ai risultati eloquenti del questionario distribuito fra i lavoratori metalmeccanici. Già che c'è Ferrero annuncia il secondo decreto legge del governo sui flussi: «E' noto che avevo avanzato in consiglio dei ministri una semplice proposta: permesso di soggiorno a tutti coloro che hanno un lavoro. E' la stessa soluzione di buonsenso adottata da Sarkozy. Purtroppo, sono rimasto in minoranza. Ora almeno diamo una risposta ad altri 170 mila lavoratori migranti sugli 800 mila per cui i datori di lavoro hanno presentato domanda alla fine del 2007». E sul caso Alitalia ribadisce: «Era inaccettabile il piano francese che smantella la compagnia e riduce il personale. Bene che sia partita la trattativa con il sindacato. Se c'è una vera cordata italiana, al di là delle operazioni elettorali di Berlusconi, ancora meglio. Si potrà scegliere la migliore fra due opzioni, alla luce del sole».
Ferrero difende a spada tratta l'assessore Daniela Ruffini nel faccia a faccia con gli anziani al mercato: «Proprio qui a Padova in via Anelli nel giro di un anno è stata completato lo svuotamento di un ghetto. Includendo le famiglie regolari, cui è stata garantita una casa dignitosa, separandole da chi viveva di spaccio e delinquenza». A chi lo contesta, il ministro cita i suoi nonni sbarcati negli Stati Uniti: «Immigrati anche loro, ma nel giro di pochi anni con il diritto al voto. Perché oggi non deve valere anche da noi? Non posso transigere sui diritti di chi lavora e contribuisce a pagare l'Inps. Altrimenti diventa apartheid».
Alla fine, glissa esclusivamente sulle tante tensioni politiche dentro la Sinistra Arcobaleno del Veneto. Le stesse sperimentate da Anna Donati (Verdi) alla presentazione delle liste o da Francesco Caruso, bersaglio di una torta in faccia. Ferrero ridimensiona l'episodio: «Non vedo il problema. Siamo tutti insieme ma non è una gabbia. Siamo un'opportunità per chi non vuole votare paròn Massimo Calearo, che non è certo uomo di sinistra. Agli elettori del Pd offriamo un'alternativa più che utile». Dopo di lui, oggi a Padova arriva Oliviero Diliberto, che poi sarà a Treviso a sostenere Nicola Atalmi, il consigliere regionale del Pdci candidato a sindaco nella città dello «sceriffo» Gentilini.

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