martedì 25 marzo 2008

L'outing del Pd non convince gli anti-G8

al voto
il manifesto 23.03.2008
Anche Di Pietro sul suo blog ammette: responsabilità politiche da accertare su Bolzaneto e Diaz. Ma gli ex portavoce del Social forum ribattono: dove siete stati finora? E si preparano al summit della Maddalena
Raffaella Bolini L'esponente dell'Arci: il centrosinistra dica qualcosa di forte sul processo di Cosenza contro i no global
Cinzia Gubbini
Roma

Ora sembra proprio che a tutto il centrosinistra sia chiara la necessità di «fare chiarezza sulle responsabilità politiche» che stanno dietro ai fatti del G8 di Genova del 2001. Ieri è arrivato a dirlo perfino il ministro delle Infrastrutture Antonio di Pietro: «Ci sono state illegalità gravi sia da parte dei facinorosi che si sono mischiati ai manifestanti che, alla Diaz e a Bolzaneto, ritorsioni da parte di alcuni esponenti delle forze di polizia», ha scritto sul suo blog. «Ma questi esponenti delle forze di polizia che hanno usato violenza - si chiede il leader dell'Italia dei valori - lo hanno fatto perché sono impazziti improvvisamente, o perché eccitati, indotti, indottrinati da una classe politica che voleva mostrare il pugno di ferro attraverso la repressione postuma?».
Agli occhi di chi nel 2001 ha partecipato all'organizzazione del controvertice e in questi anni ha continuato a chiedere verità e giustizia questo revival in salsa elettorale ha il sapore della beffa. «E' importante che un giornale come Repubblica abbia ricominciato a occuparsi di quello che accadde: ma non perché così ne parla la politica, ma perché questo ha un impatto sull'opinione pubblica, su quelle persone che hanno anche posizioni diverse dalle mie», osserva l'ex portavoce del controvertice e attuale europarlamentare della SinArc Vittorio Agnoletto. Ma questa è l'unica rosa da cogliere. Il resto sono spine: «E' evidente che il centrosinistra parla così perché sa che è molto poco probabile che torni a governare - osserva Agnoletto - ma fa rabbia vedere che, mentre hanno ancora un piede nell'esecutivo, chiedono di fare quello che avrebbero potuto mettere in atto qualche mese fa. E invece, ad esempio sulla Commissione, Udeur e Idv non l'hanno voluta mentre Ds e Margherita se ne sono lavati le mani. Questo modo di fare politica, senza pudore, che non ha rispetto per l'intelligenza degli interlocutori, è proprio ciò che crea sfiducia e distanza negli elettori». Oltretutto, tra un anno e mezzo, un nuovo vertice del G8 sarà ospitato dall'Italia, in Sardegna. E sembra un film già visto: «Chi lo ha deciso? Il centrosinistra. Chi lo gestirà? Il centrodestra. Chi ci sarà al comando? Manganelli, vice di De Gennaro, come capo della polizia e tutti gli uomini di Genova, promossi in questi anni, alla catena di comando. Quando la storia si ripete, diventa farsa», chiosa Agnoletto.
E a proposito dell'appuntamento sardo proprio dal prossimo mese cominceranno una serie di riunioni per decidere come organizzare le manifestazioni di protesta: «Intanto ci vedremo all'interno del Coordinamento per i forum sociali mondiali e europei - racconta Alessandra Mecozzi della Fiom, anche lei tra i "protagonisti" del G8 di Genova - la realtà rimasta in piedi dopo la crisi, se vogliamo chiamarla così, iniziata con l'era del centrosinistra al governo». Sul revival giottesco, Mecozzi non usa mezzi termini: «Mi sembra un chiacchiericcio in chiave molto elettoralistica».
Un'ipocrisia che si rivela tanto più, come sottolinea Riccardo Troisi della Rete di Lilliput - altro pezzo importante del controvertice genovese - per il fatto che: «Da questa campagna elettorale sono totalmente scomparse le parole d'ordine di quel movimento: lotta al riarmo, l'aggressione nei confronti delle cause strutturali della povertà. Fare chiarezza sulle responsabilità politiche? Mi sembra il solito leit motiv, senza alcun elemento di novità», taglia corto Troisi. Chi invece vuole provare a cogliere un elemento positivo è Raffaella Bolini dell'Arci, anche lei ex portavoce del contro G8 di Genova: «Certo fa rabbia vedere che conta di più una buona pagina di giornale che migliaia di manifestazioni e interrogazioni parlamentari, ma se il centrosinistra ne parla è perché sa che il tema della giustizia intorno ai fatti di Genova raccoglie consenso nel suo elettorato». E però, le cose non possono essere così semplici: «Ci sono almeno tre cose che, allora, i politici del centrosinistra dovrebbero impegnarsi a fare: parlare di responsabilità rispetto a tutto il "pacchetto Genova" e non soltanto Bolzaneto; impegnarsi a modificare la legislazione perché ciò non accada più come reato di tortura e riconoscibilità delle forze dell'ordine; dire qualcosa di forte anche sul processo di Cosenza, dove il 24 aprile diversi no global rischiano condanne pesanti con una sola accusa: aver organizzato Genova. Accusati di essere sovversivi».

Nessun commento: