lunedì 24 marzo 2008

L'identità della Sinistra in uno specchio d'acqua

l'intervento
il manifesto 21.03.2008
Emilio Molinari

Nelle tribune elettorali nessun partito e nessun candidato parla di beni comuni mercificati e di privatizzazione dei servizi pubblici locali. Nessuno parla di quale società prefiguri tutto ciò.
Da qui un appello alla Sinistra Arcobaleno, al suo leader Fausto Bertinotti e ai suoi candidati.
E' una sollecitazione preoccupata, rivolta a titolo personale e dall'interno dello schieramento. Perché su questo ordine di problemi c'è i il silenzio nella campagna elettorale? E' inspiegabile: i partiti e le associazioni della Sinistra Arcobaleno possono vantare di aver contribuito con la moratoria a fermare fino al 31 dicembre 2008 la privatizzazione dei servizi idrici, affermato il carattere pubblico della gestione e della proprietà delle reti, aperto la discussione sulla legge d'iniziativa popolare del movimento su cui sono state raccolte oltre 400 mila firme. Con le elezioni tutto questo rischia di essere vanificato.
Perché non fare della campagna elettorale una forte occasione per informare milioni di cittadini italiani dei rischi che corrono con la privatizzazione di questo indispensabile bene comune e farne un momento di accumulo di forze per la battaglia del dopo elezioni, che sarà durissima, e un momento di richiamo trasversale a quanti hanno sostenuto queste battaglie?Perché non farne il vero tema della difesa della vita, dando contenuti e linguaggi nuovi alla politica? E' schizofrenia: l'acqua, il paradigma del suo esaurirsi e della sua mercificazione, sparisce dalle elezioni, ognuno ritorna a identità consolidate.
Ma nel paradigma c'è la politica dei prossimi 40 anni: il petrolio che finisce, l'acqua che scarseggia, i rifiuti che si accumulano e le scomode questioni che bisognerà pur affrontare un giorno o l'altro. Quali il modello di sviluppo, la crescita infinita, il salario che deve aumentare quando rallentano i consumi e la spesa pubblica, sempre da ridurre, privatizzando servizi e diritti sociali, le tasse.
Le privatizzazioni, svuotano il senso di comunità, fanno delle autorità locali degli azionisti e la crisi della politica che viviamo è anche questo. Napoli e i suoi rifiuti sono un 11 settembre per la nostra democrazia e vengono attribuiti alla sinistra, mentre dovrebbero essere l'emblema dell'insostenibilità di questo modello di sviluppo, che salta, proprio nel punto più debole, dove più avanzato è il degrado della politica e scoperti gli interessi privati in gioco.
Ma vi chiedo ancora, nella campagna elettorale della Sinistra Arcobaleno perché non entrano Veltroni, Berlusconi, Casini, che gareggiano su chi liquiderà il patrimonio pubblico italiano?
La ministra Lanzillota (Pd) e l'ex ministro Alemanno (Pdl) che assieme dichiarano: la privatizzazione «deve riguardare anche il settore dell'acqua», «l'in house in questo settore va messo al bando», le riforme sono già pronte, la convergenza tra Pd e Pdl è totale, i ritardi, sono da imputare alla «sinistra radicale» e «alle strenue resistenze dei comuni»? E' un linguaggio da «dittatura del mercato»: l'acqua pubblica «messa al bando», la «convergenza totale», la colpa dei comuni e degli oppositori, e Montezemolo che vi aggiunge la dimensione etica «il mercato come bene comune fondamentale».
Sullo sfondo il patto scellerato tra Acea, Suez-Veolia evidenziato e denunciato dall'antitrust italiano, l'operazione acqua Toscana, la fusione Hera-Iride-Enia- Aceaa, le mire sull'Acquedotto Pugliese, i denominatori comuni politici, la confusione tra politica e affari finanziari, il conflitto di interessi e la rete, Amga- Iride-Hera- Enia-Veolia/Vivendi-Caltagirone-Monte dei Paschi di Siena-Electrabel (la Suez belga). Inoltre nemmeno ciò che succede nel mondo sull'acqua entra nella elezioni.
L'Onu parla di «Crisi mondiale dell'acqua» di epicentri nel Mediterraneo, Cina, India, Usa. Il World economic forum di Davos afferma che l'acqua sarà il maggiore problema del mondo. Le banche lanciano titoli e certificati sull'acqua, le multinazionali Vivendi e Suez si preparano fondendo i loro assetti societari. Nell'ambito del Global compact: Nestlè, Coca Cola, Pepsi Cola, Unilever si coalizzano per affrontare questa crisi.
Nelle nostre elezioni niente di tutto questo. Ma se in un grande evento informativo dell'opinione pubblica non si introducono questi argomenti quando intendete farlo? Sull'acqua ci giochiamo tutto, dice sempre padre Alex Zanotelli e anche in queste elezioni ci giochiamo quasi tutto. Ci giochiamo la possibilità che in Italia esista ancora una pur minima rappresentanza per i conflitti sociali solidali e il concetto di politica come ricerca dell'interesse generale, senza il quale è il dominio di poteri forti, criminali e corporativi. Per favore, parliamo di acqua, è anche un modo per dare identità alla Sinistra Arcobaleno.

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