martedì 4 marzo 2008

ripubblico

Interrogazione a risposta scritta

EMPRIN GILARDINI, ZUCCHERINI

Ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e per i beni e le attività culturali -

Premesso che:

nel novembre 2006 la Fassa Bortolo SpA di Treviso ha presentato al Comune di Corciano (Perugia) un progetto di insediamento industriale da realizzarsi nel comune stesso, nella piana a ridosso del torrente Caina e a poche centinaia di metri dal castello di Pieve del Vescovo, al centro di un’area su cui si affacciano Colle delle Trinità, Monte Malbe, e i borghi di Migiana e di Corciano, zone soggette a vincolo paesaggistico e su cui insiste anche un Sito di interesse comunitario, come rilevato dalla popolazione locale, da molti consiglieri comunali, dalle associazioni ambientaliste e dalla stessa Giunta comunale, che ha richiesto l’avvio di un procedimento di tutela indiretta alla Soprintendenza per i beni culturali, architettonici, il paesaggio, il patrimonio storico, artistico e demoetnoantropologico dell’Umbria e negato l’autorizzazione all’insediamento;

la Fassa Bortolo Spa ha presentato ricorso al Tar dell’Umbria avverso il provvedimento finale di diniego dell’amministrazione comunale di Corciano, con richiesta di oltre 3.790.000 euro in ragione d’anno a titolo di risarcimento;

recentemente è comparsa la notizia della possibilità di insediamento di uno stabilimento della Fassa Bortolo SpA in un’area agricola del comune di Magione, limitrofa a quella su cui era stata avanzata la richiesta originaria;

l’area in cui si prevede l’insediamento dello stabilimento è contigua a quella precedentemente individuata, vicina alla Villa del Colle del Cardinale del 1575 e alla Tomba etrusca del Faggeto; area di notevole pregio paesaggistico, culturale e architettonico, con una spiccata vocazione agricola e turistica, posta in uno dei territori più suggestivi dell’Umbria tra Umbertide, Corciano, Magione e Perugia e arricchita da elementi architettonici quali il Castello di Antognolla e il Castello di Pieve del Vescovo, oltre a quelli già ricordati;

l’area rientra in un territorio in cui si stanno realizzando progetti finanziati con fondi comunitari (Docup ob.2, POR 3 - Filiera Turismo - Ambiente - Cultura) ed investimenti pubblici e privati con la finalità di una completa valorizzazione dell’area verso un turismo ambientale e culturale di eccellenza;

il territorio in questione è circondato da uliveti per la produzione di olio DOP, vigneti di pregio (disciplinare “Colli del Trasimeno” DOC) e da impianti di agricoltura biologica, da aziende che allevano bovini e ovini e da due aziende che possiedono un impianto di caseificazione;

lo stabilimento previsto dalla Fassa Bortolo SpA è considerato “insalubre di prima classe” generando apprensione tra i cittadini che abitano il territorio per l’impatto oltre che sul paesaggio anche sulla propria salute;

le dimensioni dell’impianto, che prevede tre torri di 20, 40 e 60 metri d’altezza e di circa 20×20 metri di larghezza, sono tali da richiedere una opportuna valutazione di impatto ambientale;

l’insediamento dello stabilimento in oggetto è legato alla richiesta da parte della società Marinelli A. Calce Inerti srl (1° febbraio 2006 - prot. 19638) di accertamento del giacimento al fine di un ampliamento della Cava di Monte Petroso, detta anche Cava di Monticchio, che ricade per un terzo nel territorio del comune di Corciano e per due terzi nel territorio del comune di Perugia. La richiesta di accertamento interesserebbe una superficie di molti ettari; la cubatura totale ammonterebbe, quindi, a circa 4,8 milioni di metri cubi, compreso il volume residuo autorizzato pari a circa 2.100.000 metri cubi (perizia 2006). È prevista una durata di 20 anni per la coltivazione del giacimento. Il materiale estratto sarebbe stato destinato allo stabilimento che la Fassa Bortolo SpA intendeva realizzare nell’area industriale di Mantignana;

l’area del giacimento dovrebbe parzialmente ricadere (come l’area di cava autorizzata) all’interno del vincolo condizionante di cui alla lettera d) del comma 2 dell’art. 5 della legge regionale n. 2 sui complessi di cose immobili e bellezze panoramiche di cui all’art. 139, comma 1, lett. c) e d), del decreto legislativo 490/1999 (ora art. 136 del decreto legislativo 42/2004) interessando, quindi, un ambito tutelato;

pare evidente che, proprio per i vincoli di cui al decreto legislativo 42/2004, la Provincia di Perugia, prima della conferenza di pianificazione tra Comuni, Provincia e Regione, dovrà acquisire anche un preventivo parere da parte della locale Soprintendenza;

si rileva inoltre che l’aumento della superficie e dell’attività di estrazione lasciano prevedere un aumento del traffico pesante nell’area doppio rispetto a quello attuale che oltre ad avere un forte impatto sulla salute e sull’inquinamento acustico dell’intera area vanno a colpire la viabilità della zona, segnalando altresì che l’incidenza di eventuali interventi di trasformazione della viabilità stessa, di cui pure si parla, andrebbe in ogni caso attentamente valutato sotto il profilo della conservazione e valorizzazione del contesto paesaggistico territoriale sin qui tratteggiato e caratterizzato da un equilibrato rapporto tra storia, cultura e natura,

si chiede di conoscere:

se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno intervenire ad adiuvandum dell’amministrazione comunale di Corciano, che si è costituita in giudizio nel ricorso avanzato dalla Fassa Bortolo Spa;

se le notizie riguardo l’intenzione della Fassa Bortolo SpA di spostare la realizzazione dello stabilimento, a seguito della negazione dell’autorizzazione da parte del comune di Corciano, nel comune di Magione corrispondano al vero;

se non ritengano necessaria l’attivazione della procedura di Valutazione di impatto ambientale;

se sia stato richiesto parere alla Soprintendenza competente e se questa si sia già attivata con una propria valutazione.

(4-02896)

preso da www.rifondazionesenato.it

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